Peppino è rinato

Ieri, Lunedì 8 settembre 2009, Peppino ha chiuso il cerchio della sua vita terrena.

Chi lo ha conosciuto sa come tutta la sua vita sia stata una lunga testimonianza di Fede, Servizio e Carità. Riservato e modesto ma sempre in prima linea. Nello scautisimo, nel'AVO, nell'UNITALSI. Fino all'ultimo si è impegnato nel servizio dei bisognosi, con l'assistenza sanitaria gratuita per gli immigrati presso l'ambulatorio della Caritas. Sempre con lo stile del "servo inutile", che fa semplicemente "quello che deve fare". Peppino è un uomo che ha amato Dio, nel Prossimo e con le opere.

Le letture della liturgia che hanno accompagnato il suo passaggio sono cariche di orizzonti. Il Vangelo proponeva la genealogia di Gesù. Un brano che ripercorre tutta la catena dei padri che hanno preceduto Gesù, ad indicare come Dio abbia predisposto la parabola del suo Figlio come un cerchio perfetto. La lettera di Paolo ai Romani rivela come allo stesso modo Egli abbia un progetto per la vita di ogni uomo: "tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno."

L'inizio del calvario di Peppino è cominciato con l'incidente occorsogli lo scorso 11 dicembre, stesso giorno della morte di suo papà, ed è terminato l'8 settembre, stesso giorno della morte di sua mamma. Tra queste due date un cammino in salita, sempre più faticoso, durato 9 mesi. Il tempo di una gestazione. Il tempo necessario a generare una nuova vita. L'8 settembre per la chiesa è un giorno di festa: si celebra la natività di Maria. ...Sembra un cerchio perfetto.

Il dolore della perdita non riesce ad annebbiare lo stordimento di fronte a questa geometria. ...Più che mai riesce difficile dire che Peppino è morto. É rinato a vita nuova. Più che mai si è portati a credere davvero che Peppino ora non vede più "in modo confuso, come in uno specchio" ma "faccia a faccia".

Le persone come Peppino nel salutarci ci consegnano un ultimo grande regalo.
Una piccola perla avvolta nel sentimento della loro mancanza.
Una rinnovata nostalgia del Cielo.

Takhi


8 Settembre
NATIVITA' DELLA BEATA VERGINE MARIA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
(Rm 8,28-30) 

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

Parola di Dio 

+ Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 1,18-23)

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

Parola del Signore

 

Ricordo di Peppino - Leprotto
di Emanuele -Takhi

Anche nello scautismo Peppino è stato un “precursore” e un “fondatore”. Un precursore perché da ragazzo ha vissuto a lungo l'esperienza delle "Aquile Randagie", quel piccolo gruppo di giovani di Monza e Milano che continuarono a fare scautismo di nascosto dall'autorità fascista, la quale aveva imposto lo scoglimento dell'associazione nel 1928. Un “fondatore” perché nel dopoguerra è divenuto Capo Reparto e ha guidato per alcuni anni il Reparto Monza 1. Arrivato il momento di affrontare nuove sfide ha passato il testimone, rimanendo però sempre legato all'ambiente dello scautismo.

Per noi scout le Aquile Randagie rappresentano ancora oggi uno scoutismo eroico, quasi leggendario. Un esempio di ribellione alla dittatura e di fedeltà alla Legge scout. Una storia di coraggio, amicizia, avventura...e anche un pò di sana incoscienza. Per il desiderio di riscoprire questo importante pezzo di storia e farlo conoscere alle nuove generazioni, tramite il suo amico Mario Isella qualche anno fa venni a conoscere Peppino.

Quando lo contattai per chiedergli se era disponibile ad offire una testimonianza, vinse la sua spontanea ritrosia nell'essere in qualche modo "celebrato" e acconsentì. Era un uomo che non amava guardarsi indietro, ricordare i bei tempi andati. Era un uomo che guardava sempre avanti. Colse però l’importanza di questa nuova chiamata e vide in essa un nuovo modo di guardare avanti. Da allora si prestò in diverse occasioni ad incontrare i giovani scout, la più importante delle quali soltanto un anno e mezzo fa a Treviso, insieme a Carlo Verga, in un teatro affollato da 600 persone.

Quello che inizialmente mi colpì di Peppino era la sua affabilità, la sua ironia e ancor di più la sua autoironia. Ti metteva subito a tuo agio... senza troppe cerimonie. E senza fronzoli arrivava subito al nocciolo delle cose. Era rimasto giovane e sapeva parlare ai giovani. Nonostante gli ultimi anni lo abbiano progressivamente limitato nel fisico, non ha mai perso il suo senso dell'ottimismo. …E lo rivedo sereno e sorridente attraversare il paese di Codera, seduto sulla carrozzina spinta dagli amici.

Altri aspetti della sua vita li ho scoperti più avanti, e non certo da lui. Responsabile dell'Avo, dell'Unitalsi, direttore del consultorio famigliare, medico volontario per l'ambulatorio della Caritas...

Ho incontrato Peppino per scoprire un eroismo di altri tempi, e ho scoperto in questo ottantenne un eroismo dei giorni nostri. Il vero eroismo. Quello di chi ogni giorno, in tutta semplicità, si assume delle responsabilità e le porta avanti, donando tutto il suo tempo e le sue energie al prossimo, per lasciare il mondo un pò migliore di come lo ha trovato.

L'esperienza delle Aquile Randagie si concluse nell'aprile del 1945 con la tanto attesa Liberazione. Ma per Peppino era solo l'inizio. Tutta la sua vita è stato una lunga avventura sulla strada di quella Verità che rende profondamente Liberi.

Ricordo dell'AVO
di Giovanni Iamartino - Presidente AVO sez. di Monza

L'avventura della vita mi ha dato la gioia e la possibilità di chiamarti con nomi diversi, ma tutti ugualmente densi di affetto, di riconoscenza e di ammirazione. In questo momento, nel rivolgermi a te a nome dei volontari dell'AVO di Monza – un privilegio che mi costa non poco ma al quale non voglio assolutamente rinunciare – posso solo chiamarti con quel nome e con quel titolo con cui le centinaia di volontari dell'AVO, che si sono succeduti nei reparti del S. Gerardo e nelle case di riposo dal 1981, si sono sempre riferiti a te: tu, dott. Nobili, non sei stato solo chi ha guidato il gruppo dei nostri fondatori; come nostro Presidente per oltre vent'anni, non sei stato solo chi ha difeso, irrobustito e fatto crescere la nostra Associazione; tu, Presidente, con la tua burbera sensibilità e con tua delicata riservatezza, hai saputo formare, indirizzare, consigliare, aiutare tanti, tantissimi di noi a dare concreta e sincera attuazione al desiderio di offrire un po' di spazio nella nostra vita all'altro, l'altro nel bisogno e nella malattia.

Quanti pensieri, quante parole, quante attenzioni, quanti gesti, quanti silenzi di noi volontari in servizio sono stati ispirati e guidati da te! Così, sono certo in questo momento che le mie parole esprimono il grazie di tutti i volontari dell'AVO – quelli della prima ora, molti dei quali sono qui con me a salutarti, mentre altri ti hanno preceduto nella Casa del Padre; ma il nostro grazie ti arriva anche dai volontari degli ultimi anni, che non ti hanno conosciuto, o magari ti ricordano solo per la tua presenza all'incontro inaugurale dei nostri più recenti corsi di formazione; e, direi, grazie anche da parte dei nuovi volontari che entreranno nell'AVO nei prossimi anni e conosceranno il tuo nome solo come nostro fondatore: senza di te, anche per loro l'AVO non esisterebbe.

I volontari conoscono bene il valore prezioso dei ringraziamenti che ricevono – con le parole o coi silenzi, cogli sguardi o con i gesti – dai malati e dagli anziani, e proprio per questo il più delle volte se ne stupiscono: il valore di quel 'grazie' va ben al di là di quel poco che facciamo, di quello che possiamo fare. Anche a questo, come volontario, ho pensato tante volte in queste ultime settimane, quando avevo l'occasione di aiutarti in qualche modo e ricevevo il tuo ringraziamento.

E nemmeno dimenticherò mai le volte in cui, ormai troppo affaticato dalla malattia, mi chiedevi di aiutarti ad alzarti in piedi dalla poltrona: il mio cingere le braccia attorno a te per sollevarti, il tuo appoggiare le tue braccia sulle mie per sostenerti – ogni volta questo era un abbraccio che la nostra reciproca riservatezza ci avrebbe impedito di scambiarci in un altro modo o momento. Un'esperienza del tutto privata e personale, dunque; ma che voglio condividere ora – volontario insieme a molti altri volontari – perché quel piccolo aiuto a te mi ricordava anche le tante volte in cui simili aiuti avevo offerto – insieme alla mia compagna di turno che era ed è anche la compagna della mia vita – a tanti malati del nostro ospedale.

Caro dott. Nobili, caro Presidente, tante volte, come medico, ti sei chinato sui letti degli ammalati a cui prestavi assistenza; tante volte i volontari AVO si sono chinati e si chinano sui letti degli ammalati a cui offrono il proprio tempo e la propria dedizione. Nella perfezione del suo amore per noi, Maria, madre del nostro Salvatore, si chini ora su di te e ti accolga nella sua pace.

Noi volontari dell'AVO offriamo a Dio Padre la nostra preghiera di ringraziamento perché ci hai fatto da guida e sostegno nella comune esperienza del volontariato; offriamo al Dio Figlio la nostra preghiera di supplica perché ti accolga nel suo regno; offriamo al Dio Spirito Santo la nostra preghiera di fede perché ci renda ogni giorno testimoni sempre più credibili e gioiosi dei valori di servizio e di fratellanza che per tanti anni abbiamo condiviso con te. E così sia.

Preghiere dei fedeli

Signore, siamo qui davanti a Te con il nostro fratello Peppino. Abbiamo il cuore pieno dell'amore silenzioso, ruvido, instancabile e intenso con cui ci ha voluto bene come marito e compagno di una vita, come papà, fratello, parente, amico, medico. Ti ringraziamo per ogni giorno passato con lui e adesso lo affidiamo al Tuo Amore e ti chiediamo di accoglierlo in quella Verità che ha sempre cercato seguendoti.
Per questo ti preghiamo,

Signore, Tu sai quanto Peppino abbia amato la sua famiglia: la sua Elena, Rosaria, Monica, Giovanni, Plinio e tutti i suoi cari; consola, come solo Tu puoi fare, il loro dolore, e con la tenerezza del Tuo abbraccio falli sentire ancora e sempre insieme nel mistero del Tuo Amore.
Per questo ti preghiamo,

Signore, Ti preghiamo per i malati e i sofferenti; Peppino ha vissuto mettendosi al loro servizio e cercando di guarire o alleviare il loro dolore. Peppino ha condiviso con loro, in questi lunghi nove mesi, l'esperienza della sofferenza che spegne a poco a poco la forza della vita. Ti chiediamo che ogni malato abbia vicino persone che vogliano non solo curare la sua malattia, ma accoglierlo e seguirlo come persona sofferente, unica e preziosa.
Per questo ti preghiamo,

Signore, ci sono qui tanti amici di varie associazioni di volontariato, perché Peppino, ispirato dalla giovanile esperienza dello scoutismo, ha sempre creduto nell'amicizia motivata dalla solidarietà e dal servizio ai fratelli. Ti chiediamo di rafforzare in ogni volontario il desiderio di impegnarsi per gli altri e di risvegliare nei giovani la voglia di scoprire la bellezza di donarsi.
Per questo ti preghiamo,

Signore, noi volontari Ti ringraziamo per quello che Peppino ci ha dato e insegnato in tanti anni di amicizia e di condivisione nel servizio, partendo dai tempi dell'Oratorio del Redentore fino agli ultimi momenti della sua malattia. Ti chiediamo di accoglierlo nel Tuo Paradiso e, con lui e tutti gli amici che lo hanno preceduto, di vegliare sulla sua e la nostra AVO, sulla sua e la nostra Unitalsi, sui malati di Borghetto e su tutti noi.
Per questo ti preghiamo,

CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE SCOUT DON UGO DE LUCCHI

Treviso, 9 settembre 2009

Alla famiglia di
Peppino Nobili
Via Archimede 3
20052 Monza

Lo scautismo trevigiano, che Peppino ha onorato con la sua presenza il 5 aprile 2008 al convegno sulla storia delle Aquile Randagie, commosso si unisce in preghiera al lutto per la scomparsa di un uomo coraggioso e dedito al servizio del prossimo, amico e fratello maggiore nello scautismo.

Non dimenticheremo le ore serene trascorse assieme, fatte liete della sua testimonianza cristiana e dalla serena convinzione di aver percorso un lungo tratto di strada nell´impegno civile e nella fraternità scout.

Ora che Peppino non è più tra noi, ma al cospetto del Signore, invochiamo la sua benedizione per completare, nel suo insegnamento, il nostro tratto di strada quaggiù in terra.

In nome di tutti porge le più sentite condoglianze.

Gianni Tosello.

Strada dei Biscari 22 - 31100 Treviso tel. 0422 301891 - e-mail cerchioscout@scoutstreviso.org
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