I doni all'offertorio

Insieme al pane e al vino portiamo all'altare:

- un giglio: simbolo dello scoutismo che Bufalo e le Aquile Randagie hanno custodito con tenacia e passione durante gli anni bui della soppressione fascista, lasciando a tutti noi un fulgido esempio di fedeltà alla Promessa.

- un ramo di vischio proveniente dalla Val Codera, divenuta grazie alle Aquile Randagie un luogo simbolo di libertà, ancora oggi attraversato da centinaia di scout alla ricerca delle proprie radici.

- i tre libri scritti da Mario negli ultimi 7 anni: preziose testimonianze per lo scoutismo italiano e segno di una intera vita vissuta nel Servizio

- una foto di Mario con la sua adorata moglie Lina: segno del suo amore e della sua devozione coniugale, espressa in continue attenzioni e tenerezze, specialmente nei lunghi anni segnati dalla malattia.

Ultima lettera

Caro, carissimo Mario,

…Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento.
Sono triste. Non me lo aspettavo. Ma sono pronto. Grazie a te.
Perché questo ci hai insegnato: ad essere pronti. Pronti a rendere testimonianza. Pronti ad affrontare con coraggio le difficoltà. Pronti a vivere il Servizio.
Tu eri certamente pronto. Sei sgattaiolato via in silenzio, improvvisamente, senza far rumore.
Ma il tuo passaggio lascia solchi profondi sul terreno.

Mi viene un po' il magone se penso che non potrò più telefonarti per chiederti qualche curiosità storica o passare a trovarti con qualche frutto dell'orto e trascorrere insieme un'ora ad aggiornarti sui progetti in corso e poi a rispondere alle tue tante domande che appuntavi su bigliettini ordinatamente disposti sulla scrivania, sempre piena di libri, quaderni, lettere.

Francesca mi ha riferito il tuo desiderio che prendessi io in consegna il tuo foulard. Ho ripensato alle tante volte che l'ho avuto in mano, in questi 10 anni, nei tanti incontri con gli scout ai quali riportavi la Testimonianza. …Quando era il momento lo tiravi fuori dalla tasca e lo consegnavi a me, perché te lo sistemassi io… quasi fosse una cravatta! Era un nostro piccolo rito, che arrivava dal nostro primo incontro.

Era il 27 giugno 2004. Ci siamo incontrati a Codera, in occasione dell'inaugurazione della base scout la Centralina. Tu avevi un album di foto ed io te l'ho chiesto per poterlo scannerizzare, promettendoti che te lo avrei restituito a breve.
Dopo la S.Messa celebrata da don Barbareschi, il pranzo in Locanda e la processione con la statua di San Giovanni per le vie del paese, ci siamo incamminati verso la Centralina per la cerimonia inaugurale. Sul sentiero eravamo in tanti ed io camminavo tra gli ultimi, mentre tu tra i primi. Ad un tratto noto per terra uno stringinodo di cuoio. Lo raccolgo. Giunto alla base, mi accorgo che lo avevi perso tu. E te lo metto al fazzolettone. Poi tu con Romilda e l'allora Capo scout Piero Gavinelli, tirate via il velo che scopre la magnifica targa di granito con le effigi delle aquile.

È iniziata così. A Codera. Con un album fotografico e uno stringinodo. L'inaugurazione della base scout è stata anche l'inaugurazione della nostra amicizia. Un'amicizia speciale e feconda, che ha trovato il suo coronamento tre mesi fa, quando mi hai fatto l'onore di essere mio Testimone di Nozze.

Quel giorno mi hai ripetuto più volte, commosso, "ripenso sempre a quel 27 giugno 2004".
Ci ripenso anch'io oggi e ti rivedo mentre togli il velo.
Oggi che hai scoperto il velo della vita Eterna.
Oggi che lasci tutti noi ammirati a contemplare una splendida figura di Scout scolpita nel granito.

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In un celebre passaggio di "Scautismo per Ragazzi", per spiegare l'essenza dello spirito scout Baden Powell chiede: "avete mai visto i bufali pascolare a Kesington Gardens?"
Io un giorno ne ho visto uno, sui prati di Codera.
Gli ho parlato. Siamo diventati amici.
Era già avanti con gli anni ma arzillo, e con una memoria di ferro.
Abbiamo giocato tanto insieme.
Siamo andati a spasso per qualche città, abbiamo incontrato tante persone. Ho ascoltato dalla sua voce tante storie, guardato centinaia e centinaia di fotografie.
Insieme ad un Leprotto e un Bisonte, mi ha insegnato che le Aquile Randagie non sono una Leggenda. Che lo scautismo può costruire amicizie eterne. Che la Promessa scout può accompagnarti per tutta la Vita. Che si può rimanere per sempre ragazzi.
Un Bufalo mi ha insegnato a vedere i bufali a Kesingtons Garden. Mi ha insegnato il puro spirito dello scoutismo.
Continuerò a ricordarlo, nelle lunghe chiacchierate con i clan che passano in Val Codera.
Sarò suo Testimone. Testimone di un grande Amore per il Grande Gioco.
E se anche non riuscirò più a vederlo e non sentirò più la sua voce… non mancherò di trovare, ogni tanto, le sue tracce.
E lo immaginerò pascolare non lontano... insieme al Cervo Bianco

Emanuele
Takhi - Cavallo d'Altai


Avendolo conosciuto negli ultimi anni, mi ha sempre colpito il suo totem Bufalo, che sembrava stridere con la sua voce pacata e il suo sguardo mite, la sua dolcezza di fondo che però lasciava trasparire determinazione e anche voglia di andare fino in fondo in ciò che credeva (come testimoniano i tanti libri scritti).

Parlando con i partecipanti a un paio di campi scuola mi son sempre stati personalmente di insegnamento e monito le 2 perle che regalava sempre: seguire il capo come uomo meritevole di fiducia, avere un modello un riferimento da cui lasciarsi ispirare e guidare, senza diventarne manichino (riferito a Kelly e al perchè si sia buttato in quell'avventura) e poi l'avventura sua e delle AR sempre come un gioco di squadra in cui la responsabilità di ciascuno era nell'impresa di tutti, senza personalismi o protagonismi esasperati...

Ora che gioca nella squadra di Dio direttamente sui campo beati, affido anche a lui le imprese di noi tutti e gli chiedo di accompagnarci con la benevolenza e di spronarci con la sua schiettezza... buona strada, sulla sua traccia

Emilia
Albatros Audace

 

Ci hai lasciato alla fine di un percorso completo durante il quale ci hai accompagnato per mano.
Ci hai reso testimonianza del tuo cammino e delle difficoltà che hai affrontato con mio zio mio padre e tanti amici che ti hanno preceduto e che ora certamente ti accoglieranno intorno al fuoco del bivacco che vi raggrupperà tutti.
Un grande abbraccio ad un uomo che ci ha sempre sorriso anche quando stava superando difficoltà.
Grazie Mario di tutto e di averci guidato sempre con discrezione e presenza di spirito

Angelo Banfi

 

La morte di Mario lascerà un grande vuoto, ma il suo esempio è e rimarrà un'occasione preziosissima per ognuno di noi, per chiederci davvero che senso stiamo dando ad ogni nostro giorno...

Dio sapeva già che Mario avrebbe fatto tutto quello che ha fatto, ma non glielo ha detto, per rispettare la sua libertà. Così, Egli conosce quello che ognuno di noi farà domani o fra dieci anni... ma non ce lo dice! Spetta a ciascuno scoprire e seguire la propria strada di amore, preparata da Dio, e che si può scoprire davvero, anche grazie all'esempio dei fratelli.

Oggi capisco ancora di più che Mario ci ha dato davvero una grande testimonianza, di coraggio, di fedeltà, di lungimiranza, di servizio... Leggendo tra le righe la serenità con cui è tornato "lassù nella valle alpina", mi sono venute le lacrime agli occhi: un misto di umana tristezza e di enorme gratitudine... Un abbraccio e buona strada, a ciel sereno.

Giovanni
Delfino Acrobatico


Caro Mario,
se Emanuele quel giorno si è deciso al grande passo del Matrimonio è stato anche grazie a te!
Nel tuo esempio di marito fedele e premuroso ci hai insegnato che la Libertà sta nell'Amore!
Grazie.

Chiara
Ermellino Gaio

 

Ieri sera mi sono addormentato avendo tra le mani Cantando nella notte.
Mario l'ho conosciuto di persona a Bologna e leggendo le sue memorie.
Lo penso un uomo forte, per quale è stata la sua gioventù, e tenero e commosso ai suoi ricordi di Bologna.

La caratteristica più intensa che scopro in lui è il desiderio di unità con i suoi fratelli scout che ritrovo nella conclusione del libro. Riunirsi con i suoi "carissimi amici, al bivacco di lassù ... per cantare con loro ..." Quale espressione più bella per manifestare la fraternità vissuta nella giornata che si chiude con un cerchio di bivacco fra uguali, al fine di unire tutte le voci in una, in un coro di canti di avventura e di preghiera.

Ora, il desiderio di quest'anima nobile, è stato esaudito "nella piena Luce" e canta con loro "la Gioia senza fine".

Gianni Tosello
Orso Contento

Centro Studi don Ugo De Lucchi

Mario Isella - Bufalo

Classe 1923, nel 1935 entra nel gruppo degli Scout clandestini di Monza guidati da Beniamino Casati, partecipando assiduamente alle attività e pronunciando la solenne Promessa il 28 Giugno 1940.

Dopo la Liberazione (Aprile 1945) collabora alla rinascita assumendo la guida del Riparto Monza II, fino al 1950.

Successivamente entra nel gruppo Masci di Monza e contribuisce alla gestione e manutenzione del campo scuola di Colico.

Dal 2004 inizia per lui una "seconda giovinezza", dedita alla testimonianza e al ricordo delle Aquile Randagie, a beneficio delle nuove generazioni scout. Partecipa a numerosi incontri con E/G, R/S e Capi di tutta Italia.

Con la collaborazione di Emanuele (Takhi) e della fondazione Baden scrive tre libri: "Penne d'Aquila" (2006 - stampato in proprio), "Fedeli e Ribelli" (2008 - Edizioni scout Fiordaliso) e "Cantando nella notte" (2013, Patt. del Kraal).

Lettera a Follina

Gentili Signori e CARISSIMI Scouts.

A tutti Buona Sera Sono lieto di essere tra voi questa sera, anche se non di persona, date le mie condizioni di salute; vi invio questo messaggio, e mi presento: sono Mario Isella (totem Bufalo), monzese di nascita. Fra circa quattro mesi, compirò novant'anni e per questo motivo e per la distanza esistente fra i nostri luoghi di abitazione, è palese che non avrei potuto essere tra voi, come sarebbe stato il desiderio del vostro concittadino, Andrea Padoin e ora mio caro Amico. Ecco quindi il mio saluto e la mia testimonianza.

Sicuramente vi sarete chiesti il perché di questo messaggio. La risposta è molto semplice e viene da lontano.

Circa 75 anni fa ho conosciuto, frequentando l'Oratorio del SS. Redentore della Parrocchia del Duomo di Monza, una persona, Beniamino Casati (Lupo bigio), persona che in quegli anni era il Delegato della sezione Aspiranti dell'Azione Cattolica, ma che in precedenza era stato Istruttore nell'ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana) fino al suo scioglimento avvenuto, per legge del governo fascista nel 1928.

Casati, che era intensamente portato ad adoperarsi per l'educazione della gioventù, in modo particolare quella cattolica, era perciò contrario al modo di condurre l'educazione imposto dal regime e dalle sue organizzazioni.

Casati, che aveva rifiutato di accettare lo scioglimento dell'ASCI, continuò a condurre la sezione Aspiranti come un Riparto scout, mantenendo le varie attività come le squadriglie, i loro guidoni, in sede gli angoli di squadriglia, organizzando uscite di mezza o intera giornata, pernottamenti in tenda, campi estivi, escursioni, pionierismo, giochi educativi e tant'altro. Nel 1935 mi invitò a frequentare la sezione e mi inserì in una delle squadriglie; la sq. "Orsi" il cui capo era Mario Brioschi (Bisonte) – [che ci ha lasciati salendo al Padre il 16 del mese scorso a 94 anni.]

Casati, già nel 1928, allo scioglimento dell'ASCI, si era da subito unito ad alcuni scouts milanesi che, come lui, erano contrari all'ingiunzione fascista e con loro e altri ragazzi monzesi, frutto del suo lavoro di proselitismo (io fui uno di questi), concorse a formare il gruppo "clandestino" delle "Aquile Randagie" i cui Capi fondatori furono Giulio Cesare Uccellini (Kelly – Tigre), Virgilio Binelli (Aquila rossa) e quale co-fondatore lo scout Andrea Ghetti (Baden), che nel 1935 entrò in Seminario a Roma, nel 1939 fu ordinato Sacerdote e nel 1956 fu nominato Monsignore.

Nel 1935, io, partecipando con molto entusiasmo al Grande Gioco di B. P. (Baden Powell), cioè allo Scoutismo, iniziai a essere presente alle varie attività e nel 1936 al mio primo campo estivo. L'anno 1938 fu l'anno che vide noi monzesi unirsi ai milanesi partecipando quasi unitariamente a tutte le attività e mi vide, al campo estivo, accolto e inserito con una cerimonia particolare, l: "hold-din-dau"nelle "Aquile Randagie".

Nel 1940, il 28 aprile, nei boschi di Canonica Lambro pronunciai la mia prima Promessa e mi fu dato per Totem: "Bufalo". Da allora partecipai a quasi tutte le attività e a tutti i campi estivi fino al 1943. (noi monzesi non fummo a conoscenza dell'attività OSCAR)

Dal 1945, dopo la Liberazione, alla ripresa delle attività, formai e diressi il 2° Riparto ASCI Monza fino al 1950 e successivamente mi impegnai, per quanto possibile, nel MASCI Monza collaborando nei lavori di manutenzione del "Campo Scuola Giulio Cesare Uccellini" di Colico.

Mi scuso se sono stato un po' prolisso, ma all'inizio vi avevo accennato che: la risposta è molto semplice, ma viene da lontano.

Infatti questa sera vi trovate qui riuniti perché io vi possa dare la mia testimonianza al riguardo e avendo io un bel bagaglio di ricordi da molto tempo pensavo che qualcosa potevo, sotto forma di appunti personali, mettere, come si dice, nero su bianco. La Provvidenza volle che l'"Ente educativo Mons. Andrea Ghetti" di Milano, che già aveva pubblicato il libro "Le Aquile Randagie", libro che racconta la vita delle Aquile nel loro periodo di clandestinità, facendo seguito a quello già pubblicato da un'altra A. R., Arrigo Luppi (Morgan) di Milano su tale tema, venisse in possesso di una base scout detta "La centralina", in Val Codera (prov. di Sondrio), valle ben nota a noi Aquile che vi avevamo svolto i campi del 1941 e 1942.

Il suddetto "Ente", il 27 giugno 2004 intitolò la base alle "Aquile Randagie" e io grazie al servizio di trasporto con l'elicottero esistente in loco, fui presente alla cerimonia di inaugurazione e dedicazione. Il pomeriggio di quel giorno mi venne vicino un capo scout che mi chiese di lasciargli il mio album fotografico, che avevo portato con me a Codera, affinché lui potesse farne un archivio fotografico che sarebbe stato utile all'Ente.

E chi era questo giovane? Uno scout di Cinisello Balsamo, Emanuele Locatelli (Ema – Takhi – Cavallo d'Altai) che fatta amicizia (siamo scout o no?), mi è stato di grande aiuto per la realizzazione dei due libri: "Penne d'aquila" e "Fedeli e Ribelli" e ancor più per questo ultimo libro "Cantando nella notte", che qui questa sera vi presento e la cui realizzazione è dovuta alla "Pattuglia del Kraal", pattuglia della quale è promotore il vostro concittadino: ANDREA PADOIN al quale porgo pubblicamente i miei ringraziamenti per il lavoro svolto, per la passione con la quale, unitamente a EMANUELE si è prodigato per la pubblicazione del libro e vi invito ad una sentita ovazione.

Da pochi giorni è passato il 23 aprile, il giorno della festa di San Giorgio e chi ha già pronunciato la Promessa Scout l'ha, in questa occasione, rinnovata.

In quel giorno anch'io l'ho rinnovata, per la 73esima volta, e mi sono spiritualmente unito a voi e a tutti gli Scouts del mondo.

Cinque giorni dopo, il 28 aprile, è la data ricorrente della mia prima Promessa e mi sono sentito ancora nel bosco della Brianza, nel luogo dove, ai tempi della clandestinità, eravamo soliti fare le nostre uscite, davanti alle nostre "autorità", cioè ai "nostri fratelli maggiori", a quelli che, non più presenti ora, in quei tempi di difficoltà ci avevano educati e formati a mantenere Fede alla Promessa e avevano rischiato la vita loro e dei loro cari.

Quale bel giorno il 28 aprile 1940 !!

Auguro a tutti voi presenti una vita felice e, a voi scouts, una forte "Passione" per l'Ideale Scout con l'augurio di non dimenticare mai la Promessa fatta, ma di mantenerne sempre vivo il Valore e sempre accesa e alta la "Fiamma".

Che"S. Giorgio" e la "Madonna di noi scouts" ci aiutino a "lasciare il Mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato"

Buona strada.

Mario - Bufalo

Merate, 07.05.13